Quando pianifichi le tue strategie inbound e prendi in considerazione l’email marketing, devi fare attenzione al rischio che la tua casella di posta non venga contrassegnata come spam e trascritta in una lista nera.
In questo articolo vediamo perché accade, come accorgersene, come rimediare e come evitarlo.
Che cos’è una lista nera o blacklist nell’email marketing
Un’email marketing blacklist è un elenco di indirizzi IP che sono stati identificati e categorizzati come potenziali spammer.
Ricordiamo che IP è l’acronimo di Internet Protocol, ovvero un codice numerico univoco per ogni computer connesso ad internet.
Si tratta quindi di un elenco di singoli pc etichettati poiché inviano spam.
Molte società di sicurezza informatica raccolgono i dati relativi a indirizzi IP che sono stati individuati come spammer e gli elenchi di tutti questi indirizzi sono a disposizione dei fornitori di servizi di posta elettronica (i provider).
L’obiettivo è, ovviamente, proteggere gli utenti da comunicazioni massive, intrusive e, soprattutto, non richieste.
Che cos’è lo spam
Lo spam è un invio massivo di messaggi non desiderati e non richiesti: anche in ambiente Google troviamo la casella “posta indesiderata” sull’account Gmail.
Il provider di Google utilizza le liste nere come filtro per destinare i messaggi di posta elettronica a una specifica casella di posta Gmail.
I principali mail server dispongono infatti di filtri antispam.
Se hai un account Google, per esempio, hai la casella posta indesiderata nella quale confluiscono le email “filtrate” dal provider.
Il mail spam è infatti un problema molto diffuso, tanto che esistono anche le spam trap: si tratta di vere e proprie trappole create appositamente per riconoscere (e destinare a una o più blacklist) gli indirizzi email di account che inviano messaggi non richiesti.
Una spam trap è un email address (indirizzo di posta elettronica) apparentemente simile a un qualsiasi indirizzo email: si tratta però di un indirizzo-esca che viene costantemente attenzionato dalle società di sicurezza informatica.
Se invii un’email a uno di questi indirizzi finisci automaticamente in una black list.
Molti marketers possono incappare in questa trappola.
Può anche capitare che diversi utenti, infastiditi dalle tue comunicazioni, o preoccupati per le proprie informazioni personali, ti segnalino come spammer, oppure che un alto numero di utenti si disiscriva dalla tua campagna o newsletter.
Non demordere perché fare email marketing è comunque una strategia molto proficua: leggi qui Perché fare email marketing anche nel 2023
Che cos’è la deliverability delle tue campagne
La deliverability è il tasso medio di consegna dei messaggi di posta elettronica che invii. I tuoi messaggi possono avere tre tipi di destinazione:
- Email che vengono scartate e convogliate in spam.
- Email che vengono etichettate come posta indesiderata
- Email che vengono consegnate correttamente.
Queste tre casistiche determinano la tua reputazione come mittente affidabile, mediamente affidabile o inaffidabile.
Ricordiamo che c’è una sottile differenza tra spam e posta indesiderata:
- Lo spam è un invio massivo e ripetitivo, generalmente promozionale, che l’utente non ha mai scelto di ricevere.
- La posta indesiderata, invece, è una casella dove confluiscono messaggi inviati solo una tantum oppure sono attivazioni di qualche servizio da parte di aziende.
Entrambe le categorie possono veicolare contenuti inappropriati, temi proibiti o contenere collegamenti a siti web non sicuri.
Come accorgersi di essere in blacklist
Ci si accorge di essere stati inseriti in lista nera attraverso un semplice blacklist check: le liste sono infatti pubbliche e possono essere consultate da chiunque.
- Puoi accedere ai siti delle diverse blacklist e procedere al controllo;
- Puoi consultare uno dei siti che controllano la reputazione degli IP;
- Puoi usufruire di portali che scansionano e controllano blacklist multiple di ip addresses or domains segnalati.
Che cosa fare quando sospetti di essere in una blacklist
Quando alcuni dei tuoi messaggi tornano al mittente non è detto che tu sia in blacklist: uno dei tuoi destinatari potrebbe infatti avere impostato filtri molto selettivi.
È quindi probabile che tu non sia stato iscritto a una lista nera, ma che il tuo messaggio rimbalzi nella tua casella di posta.
In questi casi puoi contattare il provider per sicurezza.
Per contattare Google, per esempio, puoi andare in alto a destra, digitare i tre puntini di fianco alla tua immagine del profilo, scorrere il menu fino a “Guida” , aprire il menu a tendina dove trovi il Centro Assistenza: qui puoi digitare il tuo problema nella barra di ricerca e trovare un’ampia casistica dalla quale trarre utili informazioni alla comprensione del tuo problema.
Se invece sei davvero stato iscritto a una di queste liste, puoi richiedere di rimuovere IP da blacklist.
La rimozione da blacklist non è un’operazione particolarmente complicata e dipende sostanzialmente dalla blacklist alla quale sei stato aggiunto (ogni sito utilizza sistemi diversi, pertanto per richiedere la rimozione dovrai seguire le indicazioni di quel sito specifico).
Solitamente si tratta di procedure automatizzate e in lingua inglese.
Non è insomma possibile comunicare con un essere umano e negoziare: bisogna attendere che la richiesta sia accettata e generalmente sono necessarie fino a 72 ore.
Come evitare di finire in una blacklist
Evitare blacklist non è difficile, ma è necessaria qualche accortezza:
- Modificare periodicamente le credenziali del proprio mail server in modo che non finiscano nelle mani di terzi;
- Configurare correttamente il DNS del dominio per assicurare la buona salute al tuo server ip address;
- Analizzare costantemente mailing list e dati di analisi delle campagne;
- Aggiornare l’antivirus in modo da non veicolare virus;
- Applicare sempre il double opt in (il sistema di doppia verifica di compilazione del form di iscrizione con conferma), in modo da avere la certezza che l’utente gradisca le tue email;
- Non esagerare con la frequenza di invio di newsletter o campagne (leggi anche il nostro articolo sui momenti migliori per l’invio).
Quando inviare email marketing: orari e giorni migliori ;
- Utilizzare un mittente che i tuoi utenti possano riconoscere: crea fiducia;
- Non far impazzire i tuoi utenti: utilizza procedure semplici e snelle per la disiscrizione, è un loro diritto;
- Non esagerare con i link da cliccare, non è un buon biglietto da visita;
- Fare le pulizie di primavera nelle tue liste di contatti e tenerle sempre aggiornate;
- Evitare di inviare email a liste di contatti pubbliche;
- Evitare di raccogliere indirizzi di posta elettronica su Internet;
- Non inviare le tue comunicazioni agli indirizzi e mail che si sono disiscritti;
- Aggiornare periodicamente le tue email lists evitando così possibili denunce di spam.
Queste accortezze in fase di analisi dei dati non solo ti preservano da una blacklist, ma rendono le tue campagne più performanti e ti consentono anche di superare i filtri antispam.
Leggi anche che cosa ci racconta Digitalcoach a questo proposito Email blacklist: supera i filtri antispam | Digital-coach.com
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