Inbound marketing, cosa è? Il metodo inbound

Partiamo con lo spiegare cosa è l’inboud marketing del quale sentiamo sempre più spesso parlare. Prendiamo spunto dal noto sito wikipedia.org per dare una risposta a questa domanda:

Il termine Inbound marketing indica una metodologia di business che attira i clienti creando contenuti di valore ed esperienze su misura per loro. Mentre il marketing cosiddetto Outbound (in uscita) interrompe il pubblico promuovendo i contenuti (si pensi agli spot televisivi), la metodologia Inbound si focalizza sul creare connessioni e risolvere i dubbi e i problemi che il pubblico già ha.

Con l’Inbound si passa dall’Interruption al Permission Marketing: l’audience va conquistata fornendo contenuti interessanti e utili per il target di riferimento, non interrotta.

Possiamo dedurre da quanto citato da wikipedia, che, con il termine inbound marketing, si intende quella strategia incentrata e costruita in maniera completa sul cliente, o utente che dir si voglia, e sul suo bisogno. L’obiettivo infatti di questa strategia è quella di farci trovare nel momento in cui compie l’azione di ricerca, soddisfare i suoi bisogni rispondendo a tutte le sue aspettative e accompagnarlo verso tutto il processo di acquisto.

Scritta così sembrerebbe una cosa molto banale ma non è affatto così in quanto le strategie di inbound marketing possono essere molto complesse e soprattutto affinate sulla buyer persona che, in quel momento, ha un bisogno e questo bisogno sta cercando di soddisfarlo attraverso una query sui motori di ricerca.

Spesso, proprietari di aziende, ci chiedono: ma questa strategia, potrebbe fare al caso mio? Una buona strategia di inbound marketing, potrebbe aiutare il mio sito web a raggiungere un maggior numero di potenziali nuovi clienti? Ma non sarebbe meglio utilizzare una strategia di outbound marketing?

Beh, ne sentiamo ogni giorno di tutti i colori e queste domande che ci vengono poste non sono per nulla banali, anzi, ma, per rispondere a queste domande dovremo capire in cosa differisce questa strategia dalle tradizionali strategie di marketing. Cercheremo pertanto, in questo articolo, di analizzare in maniera completa l’inbound marketing e di capire le differenze che ci sono con l’outbound marketing per dare ai nostri lettori e clienti una visione d’insieme che permetta loro di poter scegliere l’una o l’altra via.

Cosa è l’inbound marketing e dove nasce questo termine

Nella prima parte del nostro articolo abbiamo letto la definizione che ne da Wikipedia ma, per capire da dove nasce, chi ha coniato questo termine, dobbiamo andare indietro di qualche anno, esattamente nel 2005 dove, HubSpot, azienda statunitense produttrice di software per il marketing, lo definisce in questo modo: ” “Inbound marketing is focused on attracting customers through relevant and helpful content and adding value at every stage in your customer’s buying journey. With inbound marketing, potential customers find you through channels like blogs, search engines, and social media”.

In italiano potremmo tradurlo in questo modo: “L’ inbound marketing è focalizzato sull’attrazione delle persone giuste, possibili clienti, con la creazione di contenuti utili e rilevanti e l’aggiunta di valore ad ogni fase del percorso del possibile acquirente. Con la strategia dell’inbound marketing i potenziali clienti saranno in grado di trovarci per mezzo di canali quali landing page, blog, motori di ricerca e social network”

Cerchiamo ora di renderlo più semplice, più leggibile, più attuabile ai nostri tempi. Il Marketing in entrata o inbound, per dirla con uno slang anglofono, permette a tutte le imprese di connettersi con possibili clienti andando a soddisfare le sue necessità.

In che modo? Andando a proporre, parliamo di online, contenuti formativi, interessanti per l’utente, che siano in grado di attirare la sua attenzione ed invogliarlo a lasciare i propri dati per poter essere poi ricontattato. A questo punto inizia la relazione con il potenziale cliente, lead, che va accompagnato lungo il percorso dell’acquisto e poi di promozione della nostra azienda attraverso il passaparola o le recensioni sul nostro sito o sui nostri canali social.

Potremmo dire che, un utente in cerca di “qualcosa” catturato da un nostro articolo, prodotto, annuncio, dapprima potrebbe divenire nostro cliente e poi un “influencer” gratuito per la nostra realtà. Fantastico, non credete?

Un nuovo venditore in azienda

Le aziende, piccole, medie ed anche più strutturate, hanno sempre un reparto commerciale; chi lo ha composto da 30 venditori, chi da 10 sales, chi da 2 e chi invece fa da sè pensando di fare per 3, come recita un famoso proverbio.

Ogni mattina questi “commerciali” fanno il nodo alla cravatta, indossano un vestito meraviglioso, prendono la loro borsa, escono di casa ed iniziano la loro giornata andando a bussare alla porta delle famiglie per proporre i propri servizi e prodotti.

Con la venuta di internet e soprattutto dei motori di ricerca, i consumatori hanno ottenuto molto più potere: con una semplice ricerca su Google possono visitare virtualmente decine, centinaia, migliaia di aziende che offrono loro i prodotti che desiderano.

Capite ora il senso del nostro titolo? Capite che, investire sul proprio sito, investire su di una “nuova” strategia di marketing è diventata una vera e propria necessità per le aziende? Vi siete resi conto che, investire nel content marketing corrisponde ad avere arruolato nel nostro team un nuovo venditore?

Quando ne parliamo con i clienti ci dicono: “Eh, avete perfettamente ragione! Ma sapete, a noi piace la relazione con i clienti!” Ma chi ha detto che non ci sarà una relazione con i clienti?

Attraverso la marketing automation non solo acquisiremo un utente in cerca di un servizio o prodotto che noi possiamo offrirgli, non solo lo accompagneremo attraverso il suo Buyer’s Journey con strumenti specifici come la SEO, fondamentale per un ottimo posizionamento delle parole chiave su Google.

Con le call to action gli permetteremo di entrare in contatto con noi. e con le landing page di “visitare” la nostra azienda, i nostri nuovi prodotti, le nostre offerte.

Insomma, lo “nutriremo” di informazioni, gli daremo spunti per i prossimi acquisti e, se vorremo, potremo anche fargli un colpo di telefono per mantenere la relazione “umana” con un cliente soddisfatto della nostra azienda.

Cosa avremo ottenuto? Una brand awareness, ovvero la consapevolezza da parte del cliente di cosa può offrirgli la nostra azienda e i valori, le competenza e la qualità che la contraddistingue rispetto ai competitor sul mercato.

Come si fa Inbound marketing? Il metodo Inbound

Ora che abbiamo ben chiaro cosa è l’inbound marketing cerchiamo di addentrarci in questo processo ed andiamo a vedere come funziona, quali sono le attività principi e come si raggiungono risultati concreti.

Per prima cosa dobbiamo sapere che, questo metodo, è composto da quattro azioni, ATTRAZIONE, CONVERSIONE, CHIUSURA e infine INTRATTENIMENTO.

Ogni azione, ogni step deve essere curato nei minimi dettagli in quanto prevede azioni specifiche per portare il maggior numero di utenti a diventare clienti fino a farli divenire promotori aziendali o “influencer” se ci piace di più.

Nel marketing di oggigiorno, questo tipo di metodo viene chiamato Funnel e, solitamente viene rappresentato tramite un imbuto. Questa rappresentazione è molto veritiera in quanto non sarà mai possibile avere la totalità del potenziale pubblico che diventa cliente. Ecco il motivo per il quale, il cono o imbuto che da largo va a finire stringendosi, riteniamo illustri molto bene il concetto.

Come possiamo vedere da questa rappresentazione, una volta attirata l’attenzione di estranei ma interessati ai nostri prodotti o servizi, il nostro obiettivo sarà quello di condurli a percorrere l’intero processo di acquisto fino a divenire nostri fan o promoter.

Bene, abbiamo capito tutto! Ma come facciamo? In cosa consistono queste quattro azioni? Vediamole ora nello specifico.